domenica 23 dicembre 2012

Menzione speciale a Sabrina Bissiri come milgiore attrice

La protagonista del corto "La Vincitrice", Sabrina Bissiri, ha ricevuto una menzione speciale come migliore attrice al festival "Corto Dino 2012".

Qui sotto il trailer del corto diretto da Alessandro Concas:

mercoledì 5 dicembre 2012

Il corto "La Vincitrice" è tra i finalisti del concorso "CortoDino 2012"

Il corto di Alessandro Concas, tratto dal racconto "La Vincitrice", è tra i finalisti del premio "CortoDino - Premio Internazionale del Cortometraggio Dino De Laurentiis" .

"Dopo l’inaugurazione di giovedì 29 novembre presso il liceo De Chirico di Torre Annunziata con la prima visione dei cortometraggi finalisti della seconda edizione di CortoDino partono anche le proiezioni presso le sale così come previsto dall’articolato programma organizzativo. Una delle novità più significative di quest’anno è indubbiamente lo spazio offerto alla giuria popolare attraverso una serie di proiezioni che avverranno in centri sociali, uffici comunali e oratori parrocchiali dislocati sul territorio cittadino e non. Anche i comuni di Trecase e Boscotrecase, infatti, ospiteranno le proiezioni grazie alla collaborazione con alcune associazioni delle cittadine pedemontane. La giuria popolare sarà costituita dal pubblico presente alle proiezioni che potrà votare, grazie a delle apposite schede, per i film di maggiore gradimento.

Gli organizzatori puntano quindi ad offrire al grande pubblico un genere, quello del cortometraggio, di solito confinato nelle piccole nicchie dei concorsi o delle prime visioni organizzate dagli autori e dai produttori. “Opere di ottima qualità che necessitano di un grosso lavoro per produrle e realizzarle – afferma Filippo Germano, presidente di Esseoesse Cultura e Ambiente - meritano certamente qualcosa in più prima di terminare il loro percorso sui polverosi scaffali delle mediateche. Consiglio al pubblico di non perdersi le proiezioni di quest’anno che garantiscono uno spettacolo di buon cinema"."


http://www.marigliano.net/_articolo.php?id_rubrica=41&id_articolo=29490

giovedì 18 ottobre 2012

Da oggi è disponibile anche la nuova versione cartacea di "Racconti Oscuri".

Da oggi è possibile comprare su AMAZON anche la versione cartacea del libro: 76 pagine con i sette racconti originali, i tre inediti, la nuova splendida copertina e le illustrazioni:

http://www.amazon.it/Racconti-Oscuri-Aaron-Scott/dp/1480042331/ref=tmm_pap_title_0

Il costo è di soli 4,59 Euro!

giovedì 11 ottobre 2012

Anteprima gratuita di "Racconti Oscuri"





Di seguito è possibile scaricare, in formato PDF, un'anteprima gratuita di "Racconti Oscuri", contenente  quattro dei dieci racconti presenti nel libro.

--> SCARICA QUI IL PDF







La versione completa è acquistabile (per poco tempo a meno di 1 Euro) qui:


martedì 25 settembre 2012


Trailer del cortometraggio realizzato da Alessandro Concas, tratto dal racconto "La Vincitrice":




La nuova versione ebook di "Racconti Oscuri" (con tre racconti inediti) è disponibile:


venerdì 21 settembre 2012

La donna più vecchia del Mondo


Questo è il primo Racconto che ho scritto, pubblicato ormai su  vari blog/forum anche da altre persone senza il mio permesso... quindi ho deciso di renderlo pubblico anche qui sul mio blog.
E' il racconto che apre  il libro "Racconti Oscuri".

E' possibile acquistare la nuova versione ebook di "Racconti Oscuri" (con tre racconti inediti):


Buona lettura.

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Carlo uscì dall’ufficio verso le 20.30. Sua moglie lo aveva avvertito che sarebbe rientrata tardi per una cena di lavoro così si fermò a prendere una pizza dai cinesi sotto casa. Appena aprì la porta della sua abitazione sentì uno strano odore come di un qualcosa andato a male, non fortissimo, ma fastidioso. Accese le luci, appoggiò la pizza sul tavolo in cucina e controllò nel frigorifero, ma a parte un cartoncino di latte fresco scaduto il giorno precedente che ancora non puzzava non trovò nulla che emanasse quell’odore acre. Spalancò le finestre per far entrare dell’aria fresca e si diresse in camera per cambiarsi. Non sopportava più la cravatta e la camicia che indossava dal mattino e non vedeva l’ora di infilarsi una t-shirt e i calzoni della tuta.
Si stava sfilando la cravatta quando l’occhio gli cadde sul copriletto dalla parte di sua moglie. Notò che era stropicciato, come se qualcuno ci si fosse sdraiato  sopra. Avevano rifatto il letto quella mattina lui e Giada ed erano poi usciti assieme. Sua moglie era fissata con il tirare le lenzuola per bene senza lasciare neanche una piega. Forse era passata da casa  prima di andare fuori a cena e si era sdraiata un attimo per riposarsi. Mentre stava osservando il letto squillò il cellulare. Era Giada.
«Pronto?».
«Ciao amore! sei a casa?».
«Ciao piccola. Si, sono appena arrivato. Stavo per mangiarmi una pizza. Tu?».
«Siamo appena arrivati al ristorante... non  ne ho voglia per niente. Spero che non vada per le lunghe... mi aspetti?»
«Dipende a che ora rientri. Sono a pezzi e non so se riesco a non addormentarmi».
«Beh, se stai dormendo magari provo a svegliarti». In quel momento squillò il telefono di casa.
«Giada, aspetta un attimo, sta suonando l’altro telefono». Carlo cercò il cordless che non era mai al suo posto, seguì il suono e lo trovò nel bagno appoggiato al lavandino.
«Pronto?».
La voce che sentì dall’altra parte gli raggelò il sangue. Era simile a quella di sua moglie, ma tremolante e leggermente più acuta.  Spesso Giada si divertiva a fare la parte della vecchietta rimbambita. Anzi, “rimbambolita”, come diceva lei e la voce al telefono sembrava proprio quella. Ma ciò che più lo colpì furono le parole: «Ciaaoo amoooore! sei a caaasa?».
Carlo guardò il cellulare che teneva nell’altra mano. Il display segnava la chiamata in corso ‘Giada cell – 1 min. e 6 secondi’. Sentiva la voce di sua moglie che stava urlando:
«Un attimo! arrivo subito! Carlo? Carlo? ci sei? devo andare!».
Rispose velocemente  dal cellulare.
«Un attimo Giada. Aspetta!». Riprese il telefono di casa.
«Pronto, ma chi parla? credo che abbia sbagliato num...». Quella voce tremolante lo interruppe: «aspettaaamiii. Sto arrivaaandooo...».
Poi il rumore della chiamata terminata. Riprese il cellulare: «Giada, sei ancora lì?».
«Si, ma ancora per poco. Mi stanno chiamando. Chi era?».
«Ma che ne so. Sembrava la voce di una vecchia. Tipo la tua quando fai la voce da vecchietta rimbambita».
«Come queeesta vooce? guaarda che noon soono riimbambolitaa».
A Carlo venne un brivido lungo la schiena.
«Si, cavoli, una voce molto simile».
«Caaarlooo...».
«Smettila Giada!».
«Va bene. Ora devo andare, mi stanno chiamando».
«Giada?».
«Si?».
«Ma sei ripassata da casa oggi?».
«No, perché?».
«Mah, niente. Pensavo. Buona serata».
«Buona pizza! ciao».
«Ciao. A dopo, se riesci a svegliarmi».
«Ci riuscirò, so come farlo!».
Finita la telefonata  tirò il copriletto per sistemare le pieghe e sentì ancora quello strano odore. Avvicinò il naso al letto e gli venne un conato di vomito. Era il copriletto che puzzava di marcio.
«Ma cosa cavolo ci è caduto sopra?» pensò. Tolse il copriletto e lo infilò nella lavatrice. Anche le lenzuola avevano uno strano odore, così decise di cambiare anche quelle. Poi finalmente mangiò la sua pizza, accompagnata da un paio di birre, davanti alla televisione.


Stava guardando su un canale privato un programma sportivo di quelli in cui riescono a parlare di calcio ventiquattro ore al giorno anche se non ci sono partite quando di colpo la televisione si spense. Spesso capitava che il telecomando si infilasse fra i cuscini del divano e muovendosi qualche tasto veniva schiacciato inavvertitamente, ma il telecomando era proprio davanti a lui sul pouf che usavano come poggiapiedi. Allungò la mano per prenderlo e in quel momento lo stereo che era sempre sintonizzato su un canale di musica Rock si accese al massimo volume. Carlo fece un balzo dallo spavento e rovesciò un po’ di birra sul divano.
«Ma che...».
Dalle casse del suo impianto Dolby Surround uscivano le note di “The Call Of Ktulu” un brano strumentale dei Metallica ispirato da un racconto di Lovecraft. Il suono dei bassi sparati a quel volume fece vibrare per un attimo le finestre della sala. Carlo si precipitò a spegnere lo stereo. Non passarono neanche due minuti che suonarono alla porta. Prima di aprire guardò dallo spioncino. Era il suo vicino e capì subito che era venuto per lamentarsi del rumore. Aprì la porta, sforzandosi di creare un sorriso sul suo volto.
«Mi spiace signor Pezzetti. Mi si è acceso per sbaglio lo stereo al massimo volume».
«Per sbaglio? come fa ad accenderlo per sbaglio? insomma, lo sa che abbiamo una certa età e andiamo a dormire presto! si metta le cuffie, no?».
«Le ho detto che mi spiace. Vada a dormire tranquillo». Carlo chiuse la porta e cancellò il sorriso dalla sua bocca. “Che rompicoglioni!”.


Verso le ventidue era già nel letto e si addormentò subito. Fece un sogno in cui rivisse quello che era successo poco prima: la Tv che si spegneva, la radio che si accendeva di colpo, il campanello della porta che suonava, ma nel sogno quando guardava dallo spioncino non vedeva nulla. La luce sul pianerottolo era spenta, ma percepiva nettamente una voce, era quella tremolante della telefonata.
«Sooonooo arrivaataaa! sonoo qui per teee, Caarlooo! Caaarloooo!». Nel sogno Carlo iniziò ad urlare.
Si risvegliò completamente sudato avvolto dall’oscurità. L’unica luce nella stanza era il led della sveglia sul suo comodino che segnava trenta minuti dopo la mezzanotte. Aveva il respiro affannato e nella sua testa continuava a sentire quella voce che ripeteva il suo nome. Era sdraiato su un lato, rivolto verso il muro, pietrificato dal terrore per il sogno appena fatto. Fortunatamente sentì dietro di lui la presenza di sua moglie. Il suo braccio gli stava cingendo il petto. Non l’aveva sentita rientrare. Udiva il suo sbuffo a metà tra il russare e il respiro profondo. Prese la sua mano fra le sue e la sentì gelida. Giada aveva sempre le mani e i piedi freddi.
Stava per riaddormentarsi quando udì un rumore provenire dal corridoio. La loro camera da letto era di fianco al bagno e sulla parete che li separava, in alto, c’erano due finestre lunghe e strette. Poiché il bagno originariamente era cieco le avevano fatte mettere in modo che prendesse luce dalla camera da letto. E da quelle finestre Carlo vide la luce accendersi. Era  ancora in quello stato di semi incoscienza in cui ci si ritrova dopo un risveglio brusco a causa di un incubo.
“E se sto ancora sognando?” pensò Carlo “Magari sto sognando di essermi risvegliato, ma sono ancora nel mezzo dell’incubo di prima e adesso sentirò dal bagno quella voce che mi  chiama”.  Si accorse che stava tremando.  “Però se non sto sognando e sono sveglio allora vuol dire che c’è qualcuno in casa... ho lasciato la finestra della sala aperta, potrebbero essere entrati dei ladri da lì”.
Il torpore stava svanendo e capì di essere completamente sveglio.
«Giada, Giada! svegliati. C’è qualcuno in casa» sussurrò a sua moglie. Ma continuò a sentire il suo respiro profondo dietro di lui, la sua mano fredda ancora appoggiata al suo ventre. Doveva fare qualcosa. Non riusciva più a starsene immobile nel letto. Doveva reagire. In certe situazioni non si riesce a ragionare e si agisce di impulso.
“Forse se mi sentono si spaventano e scappano” pensò, così prese un po’ di coraggio e urlò: «Chi c’è? chi c’è nel bagno?».


Quando giunse la risposta Carlo capì la differenza tra paura e terrore. Vedere la luce del bagno accendersi provocò in lui paura. Paura che ci fossero dei ladri in casa, nella stanza a fianco. Sentire la risposta che arrivò fece scoppiare in lui terrore allo stato puro. Terrore di qualcosa che non solo non sai cosa o chi sia, ma che è sdraiata al tuo fianco e a cui stai tenendo la mano fra le tue.
La risposta dalla stanza affianco arrivò dalla voce di sua moglie: «Amore! sono io. Scusami. Ti ho svegliato?».
Era la voce di Giada, senza alcun dubbio. Lei era nel bagno. Allora chi c’era alle sue spalle? La luce passava dalle finestre e illuminava leggermente la camera. Carlo sentiva ancora dietro di lui il respiro profondo e non riusciva a lasciare la mano gelida che stava stringendo. Iniziò a voltarsi lentamente e mentre si girava risentì nella sua mente la voce che aveva ascoltato al telefono: “Aspettaaamiii. Sto arrivaaandooo”. E quella dell’incubo avuto poco prima: “Sooonooo arrivaataaa! sonoo qui per teee, Caarloooo! Caaarlooooo!”.
All’improvviso capì. Quella voce non era come quella di sua moglie che imitava una vecchia. Era come la voce di una vecchia che cercava di imitare quella di sua moglie.


Il tempo si era come fermato. Gli sembrò di impiegarci un’eternità a girarsi. Riconobbe ancora l’odore di marcio che aveva percepito rientrando in casa. Il respiro profondo al suo fianco si fermò e anche il suo cuore smise di battere per qualche secondo quando sentì di fianco a lui quella voce che sussurrava il suo nome: «Caarloooo... Caaarloooo! sonoo qui per teee...».
Ancora prima di vederla in faccia capì chi c’era nel suo letto, la donna più vecchia del mondo. È stata chiamata in diversi modi dalle varie culture del nostro mondo: Yama, Enma, Thanatos, Giltinè, Memitim, Azrael, ma per noi è sempre stata la donna il cui compito è di portare gli esseri vivi al regno dei morti.


Giada si stava lavando i denti quando sentì un urlo agghiacciante provenire dalla camera da letto. Le venne la pelle  d’oca.  Non  aveva  mai  sentito  Carlo  urlare  in  quel modo. Non aveva mai sentito nessuno urlare in quel modo. Si precipitò in camera e quando entrò trovò suo marito immobile, girato verso il centro del letto, con un’espressione di terrore sul viso che non dimenticò mai. Gli occhi erano sbarrati, fissi verso il suo cuscino. Una mano era allungata sul letto come se stesse cercando di allontanare qualcosa o qualcuno.
Iniziò a piangere. Chiamò un’ambulanza, ma capì subito che ormai non c’era più nulla da fare.
Infarto dissero i medici. Giada non riuscì mai a spiegarsi due cose: il letto dalla sua parte era tutto stropicciato, come se qualcuno ci avesse dormito. 


E Carlo aveva i capelli completamente bianchi.

lunedì 17 settembre 2012

Racconti Oscuri per Kindle e Google Play

La versione ebook di Racconti Oscuri è ora in vendita sui principali portali e per tutte le piattaforme:





mercoledì 12 settembre 2012

Racconti Oscuri in versione Ebook


Racconti Oscuri è da oggi in vendita su Itunes in versione e-book (per Iphone, Ipad e Ipod Touch), con una nuova copertina, tre racconti inediti e sette illustrazioni per ogni racconto:

http://itunes.apple.com/it/book/racconti-oscuri/id561440945?mt=11

A breve sarà disponibile anche per Kindle su Amazon, e anche in versione App!

Lasciate i vostri commenti sullo store di Apple!

venerdì 27 luglio 2012

Un corto ispirato a "La donna pi vecchia del Mondo"


Un gruppo di ragazzi ha realizzato con mezzi propri un video ispirato al mio racconto "La donna più vecchia del mondo". Mi fa molto piacere e il video mi è piaciuto molto! Se quacun'altro ha realizzato dei video ispirati a qualche mio racconto, o vuole realizzarne uno, mi contatti.

Ed ecco il corto, regia di Carmine Migliaccio



lunedì 19 marzo 2012

Recensione e intervista

Recensione e intervista pubblicate sul Blog "Un buon libro non finisce mai":

http://unbuonlibrononfinisce-mai.blogspot.it/2012/03/recensione-racconti-oscuri-di-aaron.html



La paura: è questa la vera protagonista della silloge di storie autonome, avvincenti e terrificanti create dall’autore con abile sapienza.
Un senso di cupo terrore, di ansia lancinante, di tachicardia: è questo quello che si prova immergendosi nelle diverse storie mai scontate, mai poste sullo stesso piano, mai noiose.


"Quando ciò che abbiamo sempre creduto impossibile ci si presenta davanti
senza possibilità di equivoci, la nostra parte razionale inizia a vacillare,
come se si vergognasse di averci sempre spinto a non
credere a certe cose e pian piano si nasconde, lasciando campo libero
alla nostra irrazionalità"



Sono storie ambientate in luoghi comuni e quotidiani dove i personaggi sono esseri umani come noi,con le loro paure, le loro preoccupazioni,la loro fragilità e il loro timore, e per questo è abbastanza facile identificarsi con loro, immedesimarsi nelle situazioni in cui si ritrovano e chiedersi quale sarebbe stata la nostra reazione. Chi di noi non ha avuto sin da piccolo la paura di trovare qualcosa sotto il letto? Di scendere nei seminterrati della scuola o nella cantina della propria casa? E non sono forse ancora paure che ogni tanto tornano a farci visita?


Con uno stile rapido e fluido, descrizioni rapide, incisive, troppo realistiche che mantengono sempre in alto la suspence, che annullano il controllo della ragione su quanto narrato, la paura si impossessa di noi, ci rende prigionieri e ci rende timorosi e col fiato pesante anche giorni dopo la lettura.


Ed ecco qui l'intervista a questo grande autore del terrore!

Parlaci un po' di te
Aaron Scott è uno pseudonimo. Il mio vero nome è Attilio, ho 40 anni e vivo a Milano.
Ho un' attività in proprio e mi occupo di realizzazione di siti Web e consulenza informatica. I miei hobby sono la musica (suono la chitarra elettrica in un gruppo Rock/Metal chiamato Anecoica) e ovviamente la scrittura


Vocazione per la scrittura? come ti sei avvicinato?
Da sempre sono un grande appassionato del genere Horror, in ogni sua forma: romanzi, racconti, film, musica. Circa 4 anni fa ho iniziato a buttare giù per iscritto alcune idee di situazioni che mi erano venute in mente o ispirate a dei sogni fatti. Queste idee si sono poi trasformate in racconti, scritti più che altro per diletto personale. Ne ho pubblicati alcuni in dei forum sul web e ho ricevuto commenti molto positivi, così ho deciso di inviarne sette ad alcune case editrici. Scartate quelle che mi chiedevano investimenti enormi per la pubblicazione, sono stato contattato dalla Runde Taarn che mi ha fatto una ragionevole proposta per la pubblicazione di "Racconti Oscuri", uscito poi nel Marzo del 2010

primo libro? aspettative?
Si, Racconti Oscuri è il mio primo libro. Di certo non mi aspetto che mi cambi la vita. Il solo fatto di essere contattato su Facebbok da qualche lettore che è rimasto colpito dai miei racconti per me è una soddisfazione enorme.

Cosa rappresenta per te il libro
Spero sia un punto di partenza per altre pubblicazioni. Quello su cui punto molto nei miei racconti è l'aspetto psicologico. Vorrei riuscire a coinvolgere il lettore e provocare qualche "brivido" non facendo leva su violenza o scene splatter, ma coinolgendolo nella storia e lasciando molto alla sua immaginazione. Se qualche lettore mi scrive dicendo "il tuo racconto mi ha fatto paura", "ho fatto fatica ad addormentarmi e ho dovuto lasciare la luce accesa"... beh, allora vuol dire che ho raggiunto il mio scopo!

Storia più riuscita? quella A cui sei più legato
Credo che la Storia più riuscita sia "Psicofonia", per il livello narrativo che si svolge su più livelli tra passato e presente, l'utilizzo della forma del blog e la trama in sè. Quella a cui sono più legato è però "La Donna più vecchia del Mondo", non solo perchè è la prima che ho scritto, ma anche perchè mentre la scrivevo sono riuscito a "spaventarmi da solo": ho scritto l'ultima parte una sera che mi ero fermato fuori orario in uffico e non avevo idea di dove mi avrebbe portato quel racconto. Mentre scrivevo e mi immaginavo la scena ho provato un brivido lungo la schiena e ho preferito finirlo il giorno successivo.

Le storie. ispirate a o da?
Il libro è una raccolta di sette racconti, alcuni ispirati a fatti veramente accaduti (come "Il Re delle Medie" e "Psicofonia"), altri invece da sogni fatti. "La Vincitrice" ad esempio è la "trascrizione" esatta di un sogno che ho fatto vividissimo: non ero io il protagonista del sogno, ma ho assistito alla scena in terza persona, come se stessi guardando un film.

Critica il tuo stesso libro
Sicuramente un po' troppo breve... sono 70 pagine. Sicuramente nel prossimo vedrò di pubblicare più racconti e qualcuno sarà un poì più corposo.

La scelta del genere
Come detto ho sempre amato il genere Horror. Ultimamente penso stia scadendo troppo nello splatter fine a sè stesso. Ho sempre preferito gli horror più psicologici, che riescono a spaventarti giocando su leve più nascoste. Una scena splatter può farti sussultare al momento,ma molte poi cosa ti lascia? Un buon film o racconto horror a mio avviso è quello che anche quando hai chiuso il libro o spento la tv ti fa provare ancora quel senso di angoscia che ti porta a guardarti alle spalle, a controllare se hai chiuso le finestre o che non ci sia qualcosa o qualcuno nascosto in casa tua...

Progetti futuri?
Ho un po' di racconti sempre sullo stesso genere già finiti. Sto lavorando su due racconti un po' più lunghi, che hanno preso vita propria e non so ancora dove mi porteranno... sicuramente appena terminati vorrei poterli pubblicare in una nuova raccolta.

Un ultimo saluto
Grazie per lo spazio concessomi. Invito tutti a leggere i miei racconti (il libro è disponibile su tutti i siti di vendita di libri come ibs, bol...etc...) e contattarmi dal mio blog o sulla mia pagina facebook per lasciarmi commenti.
Blog: http://raccontioscuri.blogspot.com/
facebook:http://www.facebook.com/aaron.scott71