lunedì 7 luglio 2014

Recensione di "Incubi dal Nuovo Millennio sul Blog "Caratteri Vaganti"

Al suo esordio nel 2010 con la raccolta "Racconti oscuri", Aaron Scott riuscì a trasformarmi in una sua aficionada grazie alla miscela infame di quotidianità e orrore, capace di fare un'ottima presa sull'immaginazione e di inquietare quanto basta. Aspettavo gli "Incubi dal Nuovo Millennio", curiosa di cogliere sviluppi e maturazione del giovane novelliere meneghino che, con uno stile piano e quasi cronachistico, snocciola tanto bene i suoi piccoli orrori.
La prosa è rimasta piuttosto omogenea alle produzioni precedenti: spontanea e serrata, senza rallentamenti psicologistici o pesanti descrizioni, una mano pressoché "invisibile" nella nuda esposizione dei fatti e degli incubi, senza velleitarismi letterari a intorbidire il genere.
Un'evoluzione c'è stata rispetto alla raccolta d'esordio, ed è rappresentata dall'abbandono della "gratuità" dell'orrore. Se i "Racconti Oscuri" erano piccole isole di paura, sciolte e come galleggianti in un'atmosfera onirica, gli "Incubi dal Nuovo Millennio" sono chiaramente riferiti alla realtà. Fedele al proposito di mescolare horror e noir, Aaron Scott ha infatti sistematizzato la tendenza in un abbinamento preciso: incubo e cronaca. I dieci nuovi racconti hanno una filigrana di attualità e cronaca nera che li colloca precisamente nel tempo e nello spazio: abbiamo riferimenti alla caduta delle Torri Gemelle, alla strage di Erba, a quella di Novi Ligure, all'omicidio di Meredith Kercher. Il rischio che i riferimenti espliciti scivolassero nel cattivo gusto era alto, e che gli "Incubi" finissero con l'impantanarsi nel diffuso vizio dello sciacallaggio mediatico sulle sciagure altrettanto. Eppure, l'intenzione dichiarata di Aaron Scott è quella opposta: denunciare una realtà spesso più terrificante della finzione, per il puro dato di essere appunto reale, e non solo il parto immaginario di un novelliere sadico.
L'acquisto della seconda raccolta rispetto alla precedente, dunque, è la nuova componente di "denuncia" sociale. La mancata sensibilità verso i "diversi", l'impune volontà di fare il male, l'omissione di un soccorso e perfino la pedofilia, sono temi sfiorati da Aaron Scott senza sussiego né intenti moralizzatori, ma solo con la volontà leggera di abbinare i primi dieci anni del millennio a dieci orrori, un po' per rendere la fantasia più verosimile, un po' per far finta che la realtà sia un brutto sogno.
Dieci racconti davvero brevi, bocconcini di amarezza e incredulità.

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